Esche e pasture acqua dolce

Per richiamare i pesci sulla tua postazione di pesca è indispensabile pasturare. Per fare questo puoi utilizzare una pastura o sfarinato, dei pellet o del mais ed altre granaglie in base al tipo di pesce che vuoi catturare. In questa sezione potrai trovare una vasta gamma di pasture infallibili per carpe, breme, tinche, barbi, cavedani, gardon, scardole ed alborelle per pescare in in fiumi, canali, laghi e carpodromi.
Come scegliere
Come scegliere una pastura per la pesca al colpo?
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SECCHI E SETACCI
PREPARA LA TUA PASTURA
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LE PASTURE ED I PELLET PER LA PESCA IN ACQUA DOLCE

Nella pesca al colpo, come in tutte le pesche di posizione, è indispensabile richiamare i pesci verso la propria postazione di pesca. Ma come fare questo senza saziare le nostre possibili prede? Ovviamente servendosi di una pastura. Una pastura è un mix di farine, che possono essere di origine vegetale o animale, che grazie alla finezza della loro macinatura e al forte aroma e potere nutritivo che possiedono sono in grado, una volta gettate in acqua, di richiamare i pesci verso la propria zona di pesca e stimolarli a nutrirsi. Le pasture o sfarinati possono essere facilmente acquistate presso i negozi di pesca oppure si può provare a farsele da soli a casa per prepare e testare la propria pastura “fai da te” frutto dello studio dello spot e delle proprie prede con le farine come singoli elementi.

COME SI PREPARA UNA PASTURA?

Ovviamente per poterla utilizzare, una pastura sfarinata deve essere opportunamente bagnata con acqua per poterla utilizzare. Il processo di bagnatura renderà malleabile il composto permettendo al pescatore di formare delle palline più o meno grandi da poter lanciare davanti alla postazione di pesca. Il processo di bagnatura di una pastura è semplice ma va effettuato con le giuste accortezze. La prima cosa da fare è quella di procurarsi uno o più secchi da pastura in grado di contenere la quantità di sfarinato che intende utilizzare. Una volta versata la pastura asciutta in un secchio andremo ad aggiungere acqua a piccole dosi mescolando in senso rotatorio il composto con le mani. Continueremo ad aggiungere acqua a piccole dosi fino a quando la pastura avrà la consistenza e la tenacità richiesta. Prima di utilizzarla in pesca è necessario far riposare il composto per alcune decine di minuti per dare il tempo ai componenti della pastura di assorbire l’acqua in quanto ogni farina ha delle proprietà di assorbimento diversa. Trascorso questo lasso di tempo potremo dare un’altra miscelatura alla pastura per assicurarci che sia bagnata a dovere e che ci permetta di confezionare delle palle. Il processo di miscelatura può essere fatto anche servendosi di un trapano avviatore munito di frusta se dobbiamo preparare un grosso quantitativo di sfarinato. Per migliorare la meccanica, cioè la modalità e la velocità di scioglimento, del nostro sfarinato potremo passarla attraverso un setaccio o un vaglio in modo da rendere il composto omogeneo e privo di grumi che potrebbero saziare i pesci.

QUALE PASTURA SCEGLIERE?

In commercio esistono moltissime pasture e sfarinati, ed ognuno di esse è stato progettato per catturare un determinato tipo di pesce e perché lavori con un determinata velocità di scioglimento e profondità. Perciò possiamo dividere in mondo delle pasture in tre grandi famiglie:

  • PASTURE DA FONDO cioè sfarinati a macinatura medio-grande che una volta baganti creeranno un composto pesante e colloso in modo che le palle lanciate in acqua raggiungano rapidamente il fondo senza disperdere particelle. Queste pasture sono quelle più comunemente utilizzate nella pesca sportiva in acqua dolce e possono essere impiegate con successo nella pesca di carpe, tinche, barbi, cavedani, carassi, pesci gatto e tutte quelle che specie che si nutrono sul fondo sia in acque ferme che correnti.
  • PASTURE DA MEZZ’ACQUA sono pasture che grazie alla loro grana media si sciolgono molto rapidamente mentre scendono verso il fondo allo scopo di attirare i pesci che si nutrono a mezz'acqua come cavedani, scardole, gardon e carassi.
  • PASTURE DA SUPERFICIE questi sfarinati sono macinati a grana finissima e una volta gettate in acqua le palline di pastura si scioglieranno velocemente creando un alone aromatico e ottico che attirerà i pesci. Queste pasture sono le più utilizzare per la cattura di minutaglia e piccoli pesci come alborelle, scardole, cavedani e altri piccoli ciprinidi.

Il modo di lavorare della pastura, in relazione al tipo di preda che intendiamo insidiare, sarà il primo driver di scelta per il nostro sfarinato. In secondo luogo andremo a scegliere altre due caratteristiche fondamentali:

  • L’AROMA che la nostra pastura dovrà avere sarà da scegliere in base alla temperatura dell’acqua (gusti dolci per l’inverno e grassi e salati per l’estate) e in base all’esperienza o al comune gusto della zona di pesca in quanto i pesci sono motlo abitudinari e solitamente rispondono all’aroma più utilizzato.
  • IL COLORE dello sfarinato dovrà essere il più simile possibile al colore del fondo per non creare un “macchia” su di esso che potrebbe spavenatare le nostre prede rendendole più visibili ai predatori. Discorso diverso in ambienti gestiti con pesci immessi e uno scarsa presenza di predatori dove una pastura di colore acceso potrebbe al contrario incuriosire i pesci attirandoli verso di noi.

A COSA SERVONO GLI ADDITIVI?

Gli additivi sono dei prodotti liquidi o in polvere che possono essere aggiunti alla pastura per aumentare il potere attirante attraverso l’aroma oppure modificarne la meccanica od il colore. Gli additivi in polvere vanno miscelati alla pastura asciutta in modo che possano distribuirsi uniformemente nel composto mentre quelli liquidi andranno disciolti nell’acqua di bagnatura. Occorre scegliere un additivo che abbia un aroma il più possibile simile a quello della pastura a cui lo aggiungeremo per non creare una discordanza di richiamo. E’ altresì importante rispettare i dosaggi riportati sulle confezioni per non rischiare di allontanare i pesci invece di attirarli.

PERCHE’ AGGIUNGERE LA TERRA ALLA PASTURA?

In alcune condizioni è possibile aggiungere della cosiddetta “terra” alla pastura. Questo materiale inerte può avere differenti proprietà anche se le principali sono quelle di appesantire la pastura e di aumentarne il volume senza aggiungere dei prodotti che potrebbero saziare le prede. Per questo motivo molto pescatori al colpo aggiungo terra di fiume, terra di somma o argilla per modificare la meccanica e lo scioglimento dei loro sfarinati e permettergli di trasportare più esche come mais o bigattini. Le terre vanno bagnate in separata sede rispetto allo sfarinato e in seguito miscelati assieme.

COME SI PASTURA?

Ora che abbiamo scelto e preparato la nostra pastura è giunto il momento di gettarla in acqua. Per fare questo dovremo creare delle palline grosse come arance e lanciarle esattamente dove andremo a calare la nostra lenza. Ma attenzione! Se state pescando in fiume occorrerà calcolare la velocità della corrente che spingerà a valle la nostra pastura, perciò è opportuno lanciare le palle a monte rispetto alla nostra postazione di pesca. Solitamente è meglio lanciare un buon numero di palle ad inizio pescata, cioè fare il cosiddetto “fondo”, in modo da creare uno spot attrattivo per il pesce senza dover continuare a produrre rumore gettando grosse palle in acqua. Durante l’azione di pesca se notiamo una diminuzione delle mangiate potremo lanciare delle palline più piccole per continuare a tenere in zona le nostre prede. In ambienti naturali o su pesci particolarmente diffidenti che non amano i rumori è possibile posare le palle con una scodella invece che gettarle a mano. Al contrario se abbiamo la necessità di pescare a distanza, l’uso di una fionda ci permetterà di lanciare le nostre palline alla distanza desiderata.

COSA SONO I PELLET?

I pellet non sono altro che dei cilindretti di farine ottenuti per compressione od estrusione di un composto che vengono successivamente essiccati per renderli duri ed asciutti. Essendo abbastanza pesanti, possono essere gettati in acqua senza doverli per forza bagnare come si fa con le pasture sfarinate. I pellet vengono spesso utilizzati come mangimi negli allevamenti di pesce e nell’acquacoltura perciò i pesci allevati sono abituati a nutrirsene avidamente cosa che li rende molto efficaci nelle acque commerciali. In commercio se ne possono trovare di diversa dimensione, colore ed aroma in base al pesce che andremo ad insidiare e a dove intendiamo farlo. Inoltre esistono anche dei pellet galleggianti per la pesca in superficie.

COME SI PASTURA CON I PELLET?

Il pellet può essere gettato in acqua così come si trova nel sacchetto, a mano o con una fionda, in base alla distanza a cui intendiamo lanciarlo. Se peschiamo in acque molto pressate è possibile aumentare il loro potere attirante aggiungendo un additivo liquido che verrà assorbito dai pellet e poi rilasciato durante il loro scioglimento. In caso vogliate utilizzare il pellet all’interno di un pasturatore o su un method feeder occorrerà bagnarlo per renderlo colloso. La bagnatura dei pellet va fatta dentro un contenitore sommergendolo con acqua e lasciandolo in ammollo per tanti minuti quanto è il loro diametro (pellet da 3mm / 3 minuti di ammollo). Trascorso questo lasso di tempo il pellet va scolato e messo a riposare in un ampio contenitore. Dopo qualche minuto il pellet sarà pronto e potrete inserirlo all’interno del pasturatore o stamparlo sul vostro method.

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