Pesca con la bolognese

Come scegliere
COME SCEGLIERE L’ATTREZZATURA PER COMINCIARE A PESCARE A BOLOGNESE?
Salta le categorie e vai ai Prodotti Salta le categorie e vai ai filtri
Salta filtri
Filtri
Filtra per prezzo
2,49€ -20%
1,99€
*Fino ad esaurimento scorte 0,40€/ al pezzo
79,99€ -12%
69,99€
*Fino ad esaurimento scorte
4.4/5 Basato su 1524 Recensioni raccolte online e in negozio

CAPERLAN | MAVER | VENTURIERI | SENSAS

LA PESCA A BOLOGNESE

COSA SI INTENDE PER PESCA ALLA BOLOGNESE?

La “Bolognese”: questa è la tipologia di pesca per antonomasia, tra le più praticate si, ma anche tra le prime scoperte. Nasce nel periodo del dopoguerra dall’esigenza del pescatore di riuscire a combattere prede di taglie superiori e sopperire le lunghe distanze con canne più corte e leggere. É la diretta discendente della pesca a canna fissa.

La tecnica a bolognese, nel vasto mondo della pesca al colpo, prende il suo nome dall’attrezzo che viene utilizzato per praticarla. Nel gergo di noi pescatori s'intende la canna telescopica con il mulinello, ma entrando più nello specifico denota caratteristiche nell’attrezzo e nelle sue montature che la rendono unica nel suo genere e adatta alla tipologia di pesca.

DOVE SI PESCA CON LA BOLOGNESE?

Prima di tutto, la pesca a bolognese è una pratica che si adatta a tutti i tipi di “acqua” che incontriamo, dal mare, lago, fiume ai corsi d’acqua a carattere torrentizio. Per ognuno di questi posti, chiamati anche “spot”, la bolognese, assume diverse sfaccettature e modifiche nelle sue lenze e montature, per arrivare così al risultato a cui ogni pescatore ambisce, la cattura.

La si può praticare tutto l’anno poiché si adatta a tutte le stagioni, a seconda del target cercato dal pescatore.

 L’ATTREZZATURA

Come ogni tecnica di pesca, anche la bolognese presenta la sua attrezzatura specifica che adesso andremo a vedere nel dettaglio.

LA CANNA BOLOGNESE

Come sopra citato, essendo la diretta discendente, prende molto spunto da quella che è la canna fissa, con l’aggiunta di elementi tecnici nella sua composizione.

Per praticare la pesca a bolognese servono canne che, indispensabilmente, presentano una placca porta mulinello nella parte del calcio, nei pressi dell’impugnatura, e degli anelli, fissi e scorrevoli, su ogni sezione che la compongono;

Il numero degli anelli varia a seconda della lunghezza della canna e servono per lo scorrimento del filo che fuoriesce dal mulinello (lenza madre), al loro interno.

La canna non deve essere pesante, ma caratteristica fondamentale è la sua leggerezza, dettata dal fatto che il pescatore, tenendola anche per lunghe sessioni impugnata, non ne deve risentire di un’eccessiva stanchezza ma deve essere sempre in condizione di agilità, comodità e attento ad una pronta ferrata, per questo il suo diametro sarà contenuto e non eccessivamente largo.

La sua lunghezza come azione della canna variano a seconda dello spot che si desidera affrontare. Solitamente le canne bolognesi partono da lunghezze mai inferiore ai 4/5 metri, solitamente utilizzate in lago oppure in piccoli corsi d’acqua che presentano un letto non eccessivamente largo, fino ad arrivare anche a 7/8 metri, utilizzate soprattutto per i grossi fiumi e torrenti ma anche in mare, da porti e scogliere.

L'azione, ovvero la combinazione tra la grammatura sopportata dalla canna e la sua “piega” che sarebbe l’indice di flessibilità, sono a totale discrezione del pescatore che sceglie il suo attrezzo ma è anche influenzata dalla specie ittica che si vuole ricercare.

Le azioni si suddividono in;

Slow: La canna da pesca tenderà ad essere particolarmente flessibile ed accondiscendente sulle ripartenze del pesce in fase di combattimento, piegandosi oltre la metà della sua lunghezza.

Medium: La canna da pesca sarà flessibile e mediamente accondiscendente alle ripartenze del pesce, piegandosi a circa metà della sua lunghezza

Medium Fast: La canna da pesca sarà leggermente più potente, avendo rigidità quanto basta per sostenere prede con una tenacia e marcia in più, interrompendo la sua piega prima e mai oltre la metà della sua lunghezza.

Fast e ExtraFast: Le canne da pesca saranno di una rigidità superiore, entrando nella categoria delle azioni di “punta”, volte ad una notevole reazione e pronte a sostenere pesci di taglia e correnti importanti.

Per fare un piccolo esempio, la canna bolognese base solitamente presenta una lunghezza di 5 metri, una forza che consente l'utilizzo di grammature tra i 5 - 15/20 grammi e un’azione medium.

CHE MULINELLO DEVO USARE CON LA CANNA BOLOGNESE?

La scelta del mulinello è molto influenzata dalla canna alla quale andrà accoppiato in squadra, questo perché la sua aggiunta deve rendere l'attrezzo nella sua totalità estremamente bilanciato, ma non solo.

Il mulinello è il nostro porta filo e oggetto che completa la fase di combattimento, per questo la scelta della sua grandezza non è esclusivamente determinato dalla canna da pesca, ma bensì anche dal filo che vorremmo mettere al suo interno come lenza madre e automaticamente dal target di cattura che ci siamo lanciati.

Per rendere il tutto più semplice la grandezza media che si utilizza in accoppiata alla bolognese varia dal 2000 ad un 3000/3500 max;

Grandezze del genere si adattano molto bene a tutte le lunghezze, tenendo di conto del bilanciamento dell’oggetto non essendo estremamente pesanti e dei diametri di filo da noi scelti avendo delle capienze di bobina più che giuste.

Non fa differenza la frizione, se anteriore o posteriore, quella è una scelta personale del pescatore, anche noi abbiamo le nostre buone abitudini!

IL FILO

La scelta del filo che andremo a mettere all’interno della bobina del nostro mulinello deve essere semplice si, ma fatta con dei piccoli accorgimenti.

Composizione: Per la tecnica a bolognese, il filo utilizzato sarà esclusivamente di Nylon, questo perché denota una certa elasticità e scorrevolezza che un trecciato non potrà mai dare, caratteristiche indispensabili per questa tecnica.

Diametro: Il diametro del filo scelto per l’imbobinatura è determinato molto dal tipo di spot, ma ancor di più dal tipo di pesce che vogliamo insidiare.

Solitamente si utilizzano diametri molto sottili dallo 0,12 allo 0,16 per pesche dette di “fino”, come in fiume destinata alla cattura dei ciprinidi più furbi in assoluto, i cavedani, e in mare volto alla cattura di occhiate, saraghi, salpe ma soprattutto alla regina, la spigola.

Mentre per chi ambisce a catture di taglia utilizzando questa tecnica e a sfidare correnti molto importanti, si arriva ad impiegare fili dallo 0,18 fino allo 0,20/25 di diametro. Solitamente le prede desiderate sono le grosse carpe ed amur presenti nei laghi di pesca sportiva, ma non solo, tali diametri sono impiegati in fiume per i barbi e le grosse carpe selvatiche, e in mare per chi ricerca palamite e alletterati che si avvicinano nei porti e nei pressi delle scogliere per cibarsi. 

Voglio spendere due paroline anche sui fili usati per i terminali: innanzi tutto per terminale si intende quella parte della lenza posta dopo la piombatura, creata con un filo di diametro inferiore alla lenza madre, di lunghezza variabile, dove viene legato infine l’amo.

Per questa tipologia, il filo utilizzato sarà sempre un monofilamento, non solo di nylon ma anche di fluorocarbon, un materiale che conferisce l’invisibilità totale al filo all’interno dell’acqua, anche se leggermente più rigido del nylon stesso.

I terminali sono utilizzati nella pesca a bolognese per diminuire il diametro della lenza madre e rendere ancor più nascosto il sistema pescante alle nostre prede, inducendoli con minor sospetto ad assaggiare la nostra esca. I diametri solitamente utilizzati vanno dallo 0,08 allo 0,14/16.

CHE LENZA DEVO USARE PER PESCARE A BOLOGNESE?

La pesca a bolognese è anche comunemente chiamata “con il galleggiante” poiché è un elemento fondamentale di questa tecnica, che si suddivide in due tipologie di pratica, Passata e Statica, a sua volta le montature utilizzate saranno simili, ma non uguali.

Facciamo un piccolo focus su queste due tipologie di pratiche con le relative montature.

Pesca statica: Questa pratica, come si può intuire dal nome, descrive quella pesca dove l’attesa è il punto fondamentale, dove ciò che aspettiamo di più con trepidazione è il sussulto del nostro galleggiante con relativa affondata. Solitamente è praticata nei laghi di pesca sportiva e nei bacini d’acqua, dove c’è la totale assenza di corrente.

La montatura, composta come classico da, galleggiante, piombatura, terminale a scelta del pescatore e amo, varia in base alla distanza che si vuole raggiungere e il tipo di preda a cui si aspira catturare.

Galleggiante: da 0,50 gr se vogliamo fare una pesca che interessa il sottosponda del nostro spot o pochi metri più avanti, ricercando pesci di taglia ma sospettosi, fino a 3 gr se vogliamo setacciare parti più distanti rispetto alla riva con altezze di acqua variabili.

Piombatura: La piombatura che andrà a tarare il nostro galleggiante, nel primo caso, sarà maggiormente raccolta nei pressi della fine, a circa 20 cm dall’amo, in modo da far scendere in maniera veloce l’esca sul fondo del sottosponda garantendo un entrata in pesca rapida ed efficace. Per le distanze maggiori, a seconda dell’altezza di pesca da noi scelta, si può optare per una piombatura con i pallini distanziati in maniera quasi equidistante, andando a stringersi verso la fine, così che la calata dell’esca risulti leggermente più lenta e naturale, particolare che potrebbe destare la curiosità di qualche preda di superficie o mezz’acqua.

Amo: La grandezza e forma dell’amo, varia a seconda del tipo di pesce che si vuol puntare a catturare ed esca che si vuole utilizzare.

es: per la ricerca delle carpe con l’utilizzo di mais, cece oppure pellet occorrono ami dal gambo corto con pancia larga, così da avere una maggior tenuta dell’esca misura del n°12/10;

Per l’utilizzo di bigattini oppure lombrico si andrà a preferire l’utilizzo di ami a pancia stretta e gambo lungo, con una misura consigliata del n°18/16/14

Pesca in Passata: La pesca in oppure alla passata, è la pesca per antonomasia che si esercita nei corsi dei nostri fiumi o torrenti. Si denomina passata poiché il galleggiante, lanciata la montatura a monte del corso d'acqua, “passerà” lungo il fiume trascinato dalla corrente. Il pescatore, ripetendo più volte questo passaggio e dosando bene la pasturazione, andrà a ricercare i pesci che attendono di cibarsi delle esche riverse in acqua cercando di far confondere il più possibile la propria esca insieme alle restanti.

La lenza per questo tipo di pratica è fondamentale, semplice quanto minuziosa nei suoi dettagli, a seconda del periodo, stagione e corso d’acqua in cui ci accingiamo a pescare.

Le lenze che personalmente utilizzo sono 3, con annesse modifiche in corso di pescata.

Per un periodo invernale, dove il pesce è piuttosto apatico dovuto alle rigide temperature e il tiraggio dell’acqua è maggiore dovuto alle piene e piogge stagionali, tendo ad utilizzare galleggianti di grammatura compresa tra lo 0,70 gr e i 3 gr (riferimento fatto ai corsi d’acqua che caratterizzano la mia zona), con una piombatura composta da pallini disposti in modo più distanziato vicino al galleggiante a chiudersi nella parte finale della lenza, questo per resistere al meglio alla forza dell’acqua e avere allo stesso tempo una presentazione naturale dell’esca. Terminale in nylon dello 0,14 allo 0,12 di diametro (le acque raramente sono limpide, il che gioca a nostro favore e ci permette l’utilizzo di terminali maggiori di diametro e più resistenti). Amo della misura compresa tra il n°20 ed il 27 per la ricerca dei cavedani, mentre del n°14 fino al 20 per la ricerca di barbi e carpe.

Nel periodo primaverile, dove il pesce esce dal suo letargo per entrare in una frenesia alimentare che anticipa il periodo di frega, e le nostre acque assumono uno scorrimento più regolare, tendo ad utilizzare galleggianti compresi tra lo 0,70 gr e lo 0,20/30 gr, sufficienti a sostenere la corrente del periodo, piombatura composta da una spallinata chiusa sotto il galleggiante, ad aprirsi verso il terminale: questo conferirà alla nostra esca una presentazione morbida ed estremamente naturale, così da confondersi in maniera ottimale con le esche lanciate in acqua per richiamo. Il terminale tenderà ad assottigliarsi dato lo schiarirsi dell'acqua, per cui utilizzerò fili in nylon del diametro compreso tra lo 0,12 e lo 0,10.

La misura dell’amo rimane invariata a seconda del target che ci siamo prefissati.

Quando il sole dell’estate inizia a scaldare le nostre superfici d’acqua, le correnti si fanno molto lente e quasi impercettibili e i pesci più sospettosi che mai, lenze leggerissime, semplici e di fino la fanno da padrona. La mia lenza che solitamente adatto a questo periodo è composta da galleggianti da 0,20 gr a 0,10 gr, piombini disposti in maniera equidistante l’uno dall’altro (io personalmente chiamo spallinata a bottoni di camicia), terminale del diametro dello 0,08/7 e amo del n°25/27. Fondamentale è puntare sulla frenesia dei pesci e “nascondere” ai loro occhi nel migliore dei modi, il nostro innesco.

Per quanto riguarda la pesca in mare, lenze e tecniche sono molto simili a quelle della pesca in passata, poiché ci accingiamo a pescare in un luogo dove presente del moto ondoso e quindi una corrente che tenderà ad influenzare il sistema pescante. Un consiglio che sento di dare è di allungare le montature, la distribuzione dei piombini su di essa e la lunghezza del terminale da 1,5 a 2 metri.

QUALI ESCHE E PASTURE USARE NELLA PESCA A BOLOGNESE?

Quando si parla di esche nella pesca a bolognese, dobbiamo come sempre fare una distinzione del luogo e tipologia di pratica e delle specie che desideriamo insidiare.

Lago e acque ferme: Come noi pescatori ben sappiamo, la scelta delle esche da utilizzare e la conseguente pasturazione, possono essere il punto cardine della riuscita della nostra pescata. Quando parliamo di esche da utilizzare nella pesca a bolognese in acque “ferme” come laghi artificiali o naturali, invasi o bacini d’acqua, dobbiamo tener conto di qualcosa che sia in grado di depositarsi sul fondo dove noi decidiamo di calare la nostra esca, creando un “letto” di pasturazione. Di normale esca e pastura sono le medesime, ma non sempre è così.

Importante è la suddivisione tra esche naturali e artificiali.

Come esca naturale classica troviamo i bigattini, larve di mosca carnaria, l’esca del pescatore. Il bigattino viene usato spesso anche nelle acque interne ferme sia come esca che come pasturazione, incollato se vogliamo che raggiunga velocemente il fondo, lanciato a fionda se vogliamo entrare in pesca già nei primi metri d’acqua, pescando in “calata”. Altra esca naturale che viene utilizzata è il lombrico, più voluminosa del bigattino, spesso presa in considerazione nei mesi caldi quando il pesciolame e le nascite creano disturbo. Due esche naturali che, per la ricerca dei ciprinidi in particolare, la fanno da padrone, sono i ceci e il mais. Questi ultimi due sono valide esche sia da utilizzare come richiamo e quindi per la pasturazione, che come esca dove celare il nostro amo. Esistono molteplici tipi di esche naturali, ma queste elencate sopra sono le più utilizzate dal pescatore a bolognese.

Per quanto riguarda le esche artificiali, si intendono tutti i mix di pasture create dall’uomo anche se per la maggior parte di essere vengono usate sostanze naturali mixate tra di loro.

Le pasture, oltre alla loro funzione di attrarre nella nostra zona di pesca le nostre amate prede, possono anche essere utilizzate per innesco, forti del fatto che al loro interno è presente una percentuale in più di aggregante che permette la tenuta sull’amo.

Esistono tanti tipi di pastura, per diverse situazioni di pesca e tipo di pesce.

Solitamente le pasture che vengono utilizzate per chi pratica bolognese in acque ferme sono sfarinati al gusto fragola, mais, oppure halibut e sardina, sempre chiamate dal tipo di cattura che si desidera affrontare.

Fiume:bigattino sia sfuso che incollato, lombrico, pasture, mais

Per la pesca in acque correnti come fiumi e torrenti, l’esca che più di tutte la fa da padrone è il solito bigattino. Molto più frequentemente utilizzato, oltre all’innesco, per la pasturazione e richiamo con la fionda, quest’ultimo potrebbe essere utilizzato anche incollato, specialmente nei casi dove ci troviamo ad affrontare un letto di fiume di dimensioni importanti sia come larghezza che come fondale. Come per le acque ferme, anche per i fiumi il lombrico diventa un valido alleato se vogliamo insidiare prede di taglia oppure sfuggire all’azione di disturbo dei piccoli pesci. Nei periodi primaverili ma soprattutto estivi, nei nostri fiumi dove il livello cala e si creano dei gorghi di acqua, il mais potrebbe essere la carta vincente per insidiare ciprinidi di piccole ma anche notevoli dimensioni. Non da meno gli sfarinati delle nostre pasture possono esserci di aiuto nelle nostre pescate, in questo caso difficilmente usati come innesco ma bensì come vero e proprio richiamo.

Mare: Parlando di bolognese in mare, spostiamo il nostro focus su un’altro terreno di gioco, ovvero l’acqua salmastra. Tecnica che si affronta solitamente da scogliere o zone portuali, le esche variano da quelle per l’acqua dolce tranne alcune, una in particolare, il nostro famigerato bigattino. Anche in mare, la larva di mosca carnaria è l’esca per eccellenza per il pescatore a bolognese, essa richiama a sé una biodiversità di specie, tra le quali le più ambite da chi pratica questa pesca come ad esempio saraghi, occhiate, orate, salpe e la più ambita, la regina, la spigola. Usato come richiamo gettato nella corrente delle onde, il bigattino diventa l’esca che cela il nostro amo, nell’attesa dell’affondata del nostro galleggiante. Ma non solo, per la pesca in mare non è inusuale utilizzare le esche che esso stesso offre, come molluschi e conchigliame, molto utilizzate sono le vongole, cozze e patelle, piatto prelibato per le orate, come il gamberetto un richiamo da gourmet per la spigola. Se d’altro canto vogliamo fare selezione e cercare il muggine chiamato anche cefalo, il pane francese oppure le pasture fatte con pane e formaggio sono le ideali per insidiare questo tipo di pesce. In linea generale esistono molti sfarinati dedicati alla pesca in mare, appositamente studiati e mixati con particelle di pesce, ottime per richiamare sotto la nostra lenza le nostre prede.

Offrire la scelta

Offri una carta regalo