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LA PESCA A VERTICAL JIGGING

La pesca a vertical jigging rappresenta una tecnica piuttosto innovativa e recente ma che, in poco tempo, è riuscita ad acquisire un enorme successo tra gli appassionati di pesca in mare nel nostro paese. Nonostante uno scetticismo iniziale, il vertical jigging, importato direttamente dal lontano Giappone fino al Mar Mediterraneo, è riuscito a diffondersi rapidamente e ad essere apprezzato a tal punto di affiancare alcune tecniche di pesca consolidate da ormai diversi decenni. 

Questa tecnica di pesca si pratica in barca e, come suggerisce il suo stesso nome, si pratica mantenendo l’artificiale (il jig) in una posizione quanto più possibile verticale, effettuando dei movimenti precisi dal fondo fino alla superficie.

COME SI SVOLGE L’AZIONE DI PESCA JIGGING?

Quando si parla di pesca a vertical jigging, ci si riferisce ad una tecnica di pesca che viene effettuata dalla barca o da un gommone. Ovviamente avremo necessità di una canna piuttosto robusta e specifica, di un mulinello che spesso e volentieri viene preso in prestito da tecniche di pesca come lo spinning pesante. L’elemento fondamentale di questa modalità di pesca consiste nell’artificiale utilizzato, chiamato JIG. Gli artificiali, generalmente, sono realizzati in metallo e si presentano con una forma affusolata, accompagnati da ami di grandi dimensioni e split ring in acciaio. Questo tipo di tecnica deve essere effettuata in maniera precisa, seguendo alcune determinate fasi e passaggi, che si possono riassumere nelle seguenti:

• La calata: prima di tutto, una volta preparata la canna da pesca, si andrà a calare la lenza fino al fondale, per poi andare a ritirarla tramite dei movimenti appunto verticali con la canna che vanno dal basso verso l’alto. Questi movimenti partiranno, non appena il jig raggiungerà il fondo, bisognerà iniziare un primo recupero per poter indurre le prede ad avvicinarsi alla lenza ed eventualmente ad attaccarla. Questa si farà poi scendere nuovamente, lasciandola sul fondale per qualche secondo e muovendola leggermente, per poi procedere con jerkata verso l’alto e recupero con il mulinello nello stesso momento.

• Posizionamento della canna: importante tenere bene a mente che la canna va costantemente mantenuta in una posizione orizzontale e mai in verticale, ed è proprio in questo che consiste la particolarità di questa tecnica.

• Il recupero: si tratta della fase determinante per la buona riuscita di questa pesca. Il recupero non deve essere effettuato in maniera continua, ma bisogna procedere con movimenti irregolari, alternati da accelerazioni e piccole pause. Nella fase del recupero, non è importante tornare completamente in superficie ma si può restare anche negli strati d’acqua in prossimità del fondale. L’obiettivo consiste nel far pensare al pesce predatore di avere davanti una piccola preda facile da aggredire, ma che in realtà porterà lui stesso ad essere catturato. Nonostante il recupero debba essere alternato, resta comunque importante procedere seguendo una certa velocità, con scatti rapidi ed elastici.

Si tratta di una tecnica di pesca alquanto impegnativa dal punto di vista fisico, se si considerano tutti i movimenti di precisione che è necessario praticare, uniti al peso dell’esca, alla profondità dei fondali e dal peso dei pesci predatori che si intende catturare col vertical jigging. 

LE CANNE DA VERTICAL JIGGING

Per quanto riguarda la canna da vertical jigging, è importante partire dal presupposto che questa deve essere specifica per questa tecnica e deve avere delle particolari caratteristiche. Per prima cosa deve riuscire a gestire artificiali pesanti, che vanno dai 50 gr a oltre 200gr. Al giorno d’oggi, vi sono diverse industrie specializzate nella realizzazione di canne da pesca adatte a questa tecnica innovativa, per cui risulta piuttosto facile da reperire. Le canne da vertical jigging sono state studiate e realizzate esclusivamente per questa tecnica, per questo motivo sono particolarmente robuste e resistenti, in quanto durante il loro utilizzo vengono sottoposte ad un grande stress. 

La canna deve avere una schiena abbastanza potente per poter contrastare le fughe di prede molto grosse. Allo stesso tempo deve avere un’azione abbastanza parabolica. Inoltre altra caratteristica fondamentale è la leggerezza. Come già accennato questa tecnica di pesca si svolge in piedi e a canna in mano, il tutto da un’imbarcazione. Ciò implica uno sforzo notevole da parte del pescatore. Per questo motivo una canna molto leggera agevola l’azione di pesca, stancando il meno possibile il pescatore. Inoltre deve risultare piuttosto corta e dotata di un’ottima sensibilità, in maniera tale da permettere al pescatore di sentire anche i minimi movimenti dell’artificiale mentre si trova sott’acqua e a contatto diretto col fondale. 

I MULINELLI DA VERTICAL JIGGING

Per quanto riguarda i mulinelli da vertical, questi devono essere ultra resistenti, compatti e possibilmente leggeri per gli stessi motivi indicati poc’anzi nel paragrafo delle canne da vertical. In commercio è possibile trovarne di diversi modelli con lo scopo di soddisfare ogni esigenza del pescatore e ideali per adattarsi a tutte le differenti situazioni. In linea generale i mulinelli di taglia 6000 / 7000 sono più adatti al vertical leggero come light jigging e la pesca slow pitch. Mentre per il vertical puro, dove la mole delle prede diventa un fattore da non sottovalutare è meglio valutare l’acquisto di un mulinello almeno di taglia 8000. 

Ovviamente sarà tutto proporzionato alla grammatura della canna ed artificiali utilizzati. I mulinelli da jigging devono necessariamente essere potenti, con un rapporto di recupero ottimale che va da 4:1 a 5:1 perpoter consentire movimenti precisi e veloci mentre l’artificiale si trova ancora sul fondale. Anche il rapporto di recupero del mulinello va di pari passo con la tipologia d’azione di pesca (long jerk e short jerk) e quindi con la tipologia di artificiale.

GLI ARTIFICIALI DA VERTICAL JIGGING

In commercio è possibile reperire artificiali di diverso peso, ad esempio per la pratica della pesca a vertical jigging nelle acque del Mediterraneo si preferiscono esche che hanno un peso di 100gr fino ad un massimo di 250 grammi. Per quanto riguarda la forma e il colore, si prediligono esche dalla forma affusolata e dai colori piuttosto sgargianti come il rosa e il blu, ma sono i riflessi della luce che sono in grado di attirare maggiormente le prede. Tutti si possono definire metal jig, anche se i classici possiedono una linea affusolata estremamente idrodinamica, che richiama proprio le forme di un pesce vero. Possono essere corti o lunghi e hanno una distribuzione del peso differente in base alla tipologia. Il peso distribuito in maniera differente, rende differente anche il “nuoto” dell’esca in acqua. 

Esistono anche altre tipologie di esche molto utilizzate e catturanti con forme diverse e sono le seguenti:

• Kabura jig e Tai Kabura: imita un piccolo polpo, possiede una testa piombata colorata e disegnata dando un aspetto simile al polpo. Inoltre possiede dei tentacoli in silicone, questi muovendosi attirano maggiormente il predatore. Il movimento dei tentacoli inoltre crea una sorta di nuvoletta di sabbia ogni qualvolta tocca il fondo. Questa nuvoletta come ben sappiamo scatena la curiosità di tantissime specie. È un'esca che deve stare a contatto con il fondo il più possibile quindi non c’è un vero e proprio recupero, ma si dovrà tenere il Kabura sul fondo o quasi animandolo, alternando piccole risalite cadute sul fondo.

• Inchiku: è una tecnica verticale che prende il nome proprio dall’artificiale. L’inchiku è sostanzialmente un metal jig affusolato e allungato con l’aggiunta dei tentacoli in silicone, molto simili se non uguali a quelli del Kabura Jig. Il recupero di quest’artificiale è molto semplice. Caliamo il nostro jig e dobbiamo stare attenti a quando toccherà il fondo. Infatti non appena capiremo che l’inchiku ha toccato il fondo dovremo recuperare con delle jerkate energiche verso l’alto. La maggior parte delle volte l’attacco avviene nei primissimi istanti della risalita dell’artificiale.  

• Tenya: utilizzata spesso nel kayak fishing in mare. Sostanzialmente una testa piombata, armata di amo e con assist hook realizzato con un cordino. Possiamo definirla un ibrido tra la pesca a jig e quella con le esche naturali, perchè appunto per completarne l’innesco si dovrà aggiungere una coda di gambero (in genere) innescata sull’amo che parte dalla testa piombata. L’assist hook va inserito poi nel corpo del gambero. Si recupera in maniera molto lenta facendo quasi rimbalzare sul fondo l’innesco come a simulare il movimento di un gambero vivo.

QUALI SONO LE PREDE DEL VERTICAL JIGGING?

Dal punto di vista delle prede, la pesca a vertical jigging permette di attirare dei pesci predatori  anche piuttosto grandi col solo utilizzo dell’artificiale. Questa tecnica di pesca, spesso però, riesce ad allettare un numero maggiore di pesci che non puntano a “mangiare” l’artificiale ma che, infastiditi da esso vedendolo come un nemico, agiscono per attaccarlo ed ucciderlo. Per questo motivo, si riescono a pescare dei pesci particolari come il sarago maggiore, la tenuta e i pagelli, che tendono ad attaccare aggressivamente in profondità già dai primi secondi. 

Le prede più comuni e ricercate dai pionieri di questa tecnica sono sicuramente la ricciola ed il dentice, e sono sicuramente le più impegnative dal punto di vista sia della tecnica sia dell’attrezzatura. Tuttavia con le esche da vertical indicate sopra possiamo ambire alla cattura di altre prede più piccole ma comunque divertenti e combattive. Queste altre prede che si trovano in profondità e possono essere catturate facilmente sono il trigone, lo scorfano, la murena, la razza, la gallinella e il san pietro. 

In alcuni casi, è necessario riuscire a calare l’esca nelle vicinanze di questi pesci per poter attirare più velocemente la loro attenzione e riuscire a pescare. Indubbiamente, la pesca a vertical jigging rappresenta una tecnica affascinante, innovativa e particolare, e soprattutto in grado di regalare emozioni uniche a tutti gli amanti di questo sport. Sia che si tratti di sportivi professionisti o di semplici appassionati, basterà reperire gli strumenti necessari, tanta forza fisica e lasciarsi conquistare da questa pesca straordinaria.

L’ELETTRONICA DI BORDO

Una parte integrante dell’attrezzatura del pescatore a vertical jigging sono gli strumenti di bordo che ogni angler ha installato sulla sua imbarcazione. Questi strumenti, come ecoscandagli e gps, permettono di individuare gli spot migliori e di salvare le posizioni per poterci ritornare in seguito. In base alla distanza della costa occorrerà scegliere strumenti con sonde più o meno potenti per avere la traccia del fondale, la profondità e la presenza e di eventuali ostacoli, come i relitti, e cosa non meno importante i pesci che si stanno muovendo nella colonna d’acqua. Una volta individuato uno spot proficuo grazie al sistema GPS potrai salvare le coordinate del luogo per poi tornarvi in un secondo momento.