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Pesca a feeder

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Come iniziare la pesca con il pasturatore

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LA PESCA A FEEDER O LEDGERING

La pesca feeder è una tecnica molto efficace sui ciprinidi e non solo. È una tecnica della pesca al colpo che si svolge sul fondo e che si basa sul principio di avere la pastura vicino all’amo grazie appunto ad un pasturatore. La pesca a feeder è una tecnica di importazione anglosassone, comparsa in Italia negli anni ’80 e diventata successivamente una delle più popolari in assoluto in quanto è praticabile sia in acque salate che in acque dolci. Si effettua attraverso un piombo-pasturatore (chiamato appunto feeder) da riempire con della pastura, bigattini o dei pellet. È molto praticata in primavera ed in estate, sia in fiume che in lago. Permette infatti di catturare carpe, tinche, carassi ed altri pesci che si cibano sul fondo, particolarmente combattivi e divertenti da pescare.

CANNE DA FEEDER

La canna è un elemento essenziale di questa pesca e pertanto occorre utilizzare un attrezzo specifico perchè abbiamo la necessità di poter vedere bene le abboccate poiché talvolta i pesci sono piccoli e le mangiate delicate. A questo scopo, le canne da feeder sono provviste di più cimini per adattarsi a tutte le condizioni di pesca. La lunghezza della canna va scelta in base alla distanza di lancio richiesta, un attrezzo da 2,70 m a 3.30m sarà ideale per la pesca in laghi e carpodromi mentre un attrezzo da 3,60 a 4,20 sarà indispensabile per affrontare il fiume. Le canne si differenziano anche per la potenza in funzione della grammatura del feeder utilizzato. Per pescare con pasturatori leggeri a brevi distanze su prede di piccola e media taglia, utilizza le canne Light e Medium. Per pescare con pasturatori pesanti nelle forti correnti utilizza delle azioni Heavy. Sulle vettini o cimini delle canne da feeder è solitamente indicata una potenza in grammi ad once che permette al pescatore di scegliere la giusta rigidità o morbidezza della punta per poter vedere le abboccate e lanciare a distanza il suo pasturatore.

MULINELLO FEEDER: QUALE SCEGLIERE?

Per la pesca a feeder si utilizzano dei classici mulinelli a bobina fissa. La taglia del mulinello andrà scelta in base alla lunghezza della canna e in base al diametro del filo che intendiamo utilizzare. Di norma le misure più utilizzate vanno dalla 3000 per le canne corte dedicate alle pesche a breve distanza dalla riva alla 5000 per la pesca a lunga distanza o in fiumi dalla corrente sostenuta. La caratteristica più importante del mulinello da feeder, oltre che alla sua robustezza e sensibilità della frizione, è il rapporto di recupero cioè quanto filo è in grado di avvolgere per giro di manovella. Un mulinello veloce ci permetterà di recuperare il nostro pasturatore in meno tempo e di fare lanci in successione diminuendo i tempi morti. 

QUALE FILO USARE NELLA PESCA A FEEDER?

Siccome nella pesca con pasturatore la sensibilità sulle abboccate è fondamentale si consiglia di utilizzare un nylon ad elasticità ridotta per percepire le abboccate più lievi il cui diametro varierà in base al peso del pasturatore ed alla dimensione delle prede che intenderemo catturare. La scelta più polivalente è un nylon compreso tra lo 0,18 e lo 0,25 come lenza madre che ci permetterà di pescare una grande varietà di prede senza compromettere la distanza di lancio. Nel caso sia necessario pescare a grandi distanze od aumentare la sensibilità del sistema pescante è possibile caricare nel mulinello un trecciato specifico. 

Le treccie da feeder, a differenza di quelle da spinning, sono affondanti in modo da ridurre il bando tra la punta della canna e la zavorra. Il diametro della treccia sarà compreso tra lo 0,08 e lo 0,12 e sarà indispensabile utilizzare uno shock leader in nylon per non rompere la lenza nel lancio e per proteggere il trecciato dall’abrasione del fondale o di ostacoli.

I TIPI DI PASTURATORI

In commercio sono disponibili diversi tipi di feeder per far fronte a tutte le esigenze di pesca:

• Feeder a molla: questo tipo di pasturatore si infila direttamente sulla lenza madre e consente di scaricare rapidamente la pastura che viene posta su di esso con una semplice pressione delle mani;

• Feeder aperto (cage feeder): aperto sui due lati, trattiene bene la pastura durante il lancio e consente di scaricarla velocemente. È il più polivalente dei feeder.

• Feeder chiuso (block end feeder): è’ il pasturatore più comune, ideale per la pesca con i bigattini. Permette di pasturare con esche molto piccole ma le diffonderà inoltre meno velocemente rispetto a un feeder aperto specialmente in acqua fredda.

• Method feeder: è un tipo di feeder aperto che viene caricato di pastura tramite uno stampo (mould). Permette di inglobare l’innesco nella pastura e di pescare modo estramamente preciso.

• Pellet feeder: è un tipo di method feeder creato appositamente per essere utilizzato con il pellet umido o i bigattini incollati. Permette di comprimere al suo interno il pellet e rilasciarlo dall’apertura posta frontalmente assieme all’innesco per massimizzare le probabilità di mangiata.

• Hybrid feeder: è anch’esso un method feeder modificato per fornirgli più aerodinamicità ed una maggiore caapcità di trattenere la pastura durante i lanci o la discesa verso il fondo. E’ il migliore pasturatore per la lunga distanza e la pesca in acque profonde.

ATTREZZATURA FEEDER: LE MONTATURE

Le montature più comuni per la pesca a feeder sono tre. La prima prevede l’ausilio di un anti-tangle, un tubetto in plastica che evita grovigli causati dal pasturatore, da posizionare sulla lenza madre e da fermare sulla girella, prima del terminale. Non ha un nome specifico, ma è sicuramente la più utilizzata. Questo sistema può essere adattato sia alla pesca con pasturatori aperti che chiusi, colmi di pastura o di bigattini (open end feeder, block end feeder, cage feeder). Il resto è composto dal finale, tra i 20 e 50 centimetri, a seconda della sensibilità che si vuole ottenere in fase di mangiata. 

Un terminale corto è più diretto, più rigido. Un terminale lungo “svolazza” maggiormente, quindi appare più naturale agli occhi del pesce. La seconda lenza è un’evoluzione della prima, detta running-rig, e permette al pasturatore di muoversi liberamente sulla lenza mediante un aggancio in plastica dotato di moschettone. Va impiegata quando si tenta la cattura di pesci sospettosi, infatti è ottima con terminali corti, di lunghezza compresa tra i 20 e 30 centimetri. È perfetta anche nella pesca con pasturatori che prevedono un lento rilascio della pastura sul fondo, come gli open end feeder. 

Una variante di questa montatura è il paternoster rig, che prevede il montaggio del pasturatore su un bracciolo che riduce l’attrito percepito del pesce in fase di abboccata. La terza invece è l’helicopter rig, un sistema che impone la chiusura della lenza con il pasturatore a perdere, mentre sul trave vi si posiziona il terminale tramite una girella. Il vantaggio del helicopter rig è di pescare con l’esca che non lambisce il fondo o non poggia su di esso, bensì resta sollevata. Un’alternativa, insomma, per la cattura di carpe, tinche, carassi ed altri pesci che popolano le profondità delle acque dolci ma, talvolta, si muovono ad un palmo o più da esse. Questa montatura è anche la migliore per la pesca a grandi distanze.Ci sono altre alternative di più complessa realizzazione, che prevedono l’impiego di trecce o brillature che mirano a irrigidire e rinforzare i punti deboli della lenza  per condizioni difficili come pesce sospettoso, corrente sostenuta in canale o fiume, acque fredde, ecc.

QUALI PASTURE USARE NELLA PESCA A LEDGERING?

In commercio sono disponibili pasture già pronte studiate appositamente per la pesca a feeder/ledgering e suddivise in base alle prede ricercate: dalle classiche feeder gialle, con composto a base di pastoncino giallo e panettone, alle feeder alla fragola dal colore rosa; si passa inoltre a prodotti specialistici come le pasture alla betaina (colore verde, sapore dolciastro), all’halibut (colore grigio scuro con base di farina di pesce), alle black per le acque fredde (grana particolarmente sottile e alta concentrazione di farine di pesce). In primavera le pasture gialle o rosa, quindi pastoncino/panettone e fragola, rendono al meglio, specie se integrate con mais e brasem. In autunno ed inverno, con acque fredde, le pasture scure fanno da padrone.

Nella pesca a feeder è possibile usare come pastura anche del pellet inumidito. Negli ultimi anni, infatti, è diventato un’alternativa alla pastura, in quanto il suo impiego è consentito dai gestori dei carpodromi, quando le pasture sfarinate sono vietate. Le pasture da feeder hanno la particolarità di essere costituite a granulometria fine per creare una nube di pastura intorno al pasturatore e sufficientemente collose per restare all’interno del feeder durante il lancio. La velocità di scioglimento della pastura è la caratteristica più importante in quanto essa dovrà essere calibrata in base a quanta pastura vogliamo portare sullo spot e con quale velocità. Una pastura troppo collosa impiegherà troppo tempo a sciogliersi e potrebbe saziare il pesce non permettendoci di creare una zona pasturata dove l’unica esca consistente è il nostro innesco con l’amo.

PESCARE A FEEDER: QUALI ESCHE UTILIZZARE?

Le esche più comuni nella pesca a feeder sono i bigattini, i caster, il mais, il lombrico. Sono gradite infatti a tutti i ciprinidi ed in ogni tipo di acque.  Per la pesca a method feeder in acque commerciali sono estremamente efficaci inneschi duri come pellet e micro-boiles. I pellet hanno solitamente una dimensione di 4/6 millimetri, e vanno innescati mediante un apposito rig in silicone. Le micro-boiles o i dumbell da feeder hanno grandezza pari a 8/10 millimetri e richiedono la presenza dell’hair rig per essere innescate correttamente. Infine ci sono i maxi-pellet da 8 e 10 millimetri, da innescare sempre con hair rig per la ricerca di grosse carpe, pesci gatto e storioni. Come per le pasture esistono innumerevoli gusti e colori anche se i più utilizzati sono halibut, aglio, ananas, cioccolato e fragola. Si combinano al meglio i gusti delle pasture e richiamano più facilmente l’attenzione dei pesci.